Tiziano Ferro, il crollo e la rinascita: la verità dietro il nuovo album ‘Sono un grande

Dopo due anni di silenzi e cambiamenti profondi, Tiziano Ferro racconta il suo percorso di ricostruzione personale e artistica: “È un disco nato dal disastro, ma pieno di vita”.

Negli ultimi due anni Tiziano Ferro ha attraversato una trasformazione radicale. Dall’estate 2023, quando si è concluso il suo ultimo tour, fino a oggi, il cantante di Latina ha rivoluzionato la propria vita privata e professionale.

La separazione dal marito Victor Allen, il cambio di management e la firma con una nuova casa discografica segnano l’inizio di una fase completamente nuova.
«Ho la custodia, ma non vorrei portare via i bambini dall’America, anche se potrei. Questo mi porta a vivere in un luogo alienante, nel quale non ho punti di riferimento», racconta Ferro.

A dirigere oggi la sua carriera è Paola Zukar, manager di Fabri Fibra, Marracash e Madame, mentre la nuova avventura discografica è con Sugar. Dopo venticinque anni, l’artista si è rimesso in gioco.

Il risultato di questo cambiamento profondo è “Sono un grande”, l’album in uscita il 24 ottobre 2025, un progetto che riflette il percorso di un uomo che ha attraversato la tempesta e ha deciso di raccontarla senza filtri.

La rinascita e le insicurezze nel nuovo disco

Tiziano Ferro non nasconde le fragilità. «Nel disco c’è finito tutto quello che è accaduto in questi due anni, un grande disastro ma non solo. È un disco di insicurezze, ma anche di supposizioni che poi diventano nuove affermazioni di vita», spiega.
Brani come “Quello che si voleva” raccontano la fine di un amore come la scena di un crimine, ma il filo conduttore resta la ricostruzione, parola chiave che emerge in più di una traccia. «Mi piacerebbe ci fosse già il finale felice, ma ho fatto la scelta della sincerità senza smania di apparire al top», confessa il cantautore.

Tiziano Ferro
Tiziano Ferro. Fonte foto www.wikipedia.org-irispress.it

Il titolo, “Sono un grande”, può sembrare arrogante, ma per Ferro è una dichiarazione terapeutica. «È un mantra. La psicanalisi insegna che se una cosa la dici ad alta voce, stai già iniziando a risolverla. Io ho sempre avuto un’autostima bassa. Mi sono sentito in dovere verso il destino, come se non meritassi ciò che avevo. Ma la verità è che oltre alla fortuna, c’è anche il merito».

Una consapevolezza maturata anche grazie alla scrittura condivisa con Roberto Casalino. «Ho capito che non dovevo vergognarmi di riconoscere il valore del mio lavoro», dice Tiziano.

Il peso delle relazioni e il legame familiare

Nel disco, il tema dei rapporti è centrale: amori finiti, amicizie resistenti, genitori complessi. Tutto convive in un racconto intimo, spesso doloroso.
C’è “Le piace”, canzone dedicata alla figlia Margherita, e “Gioia”, scritta per la nipote. «Con mia nipote è stato facile sentirmi zio, mentre ci ho messo di più a sentirmi papà: mi sembrava un titolo alto, che non meritavo. Ho scritto questa canzone anche per mio fratello, perché abbiamo deciso di rompere un ciclo familiare che ci aveva fatto male».

Nel brano “Ti sognai”, Ferro parla invece del rapporto con la madre: «Non è morta, ma è una morte diversa, quella della connessione. Mia madre è molto sensibile, ma non brava con le parole. Ho sofferto questa distanza, ma nella canzone c’è perdono».

Ogni testo diventa così un tassello di autoanalisi. «Questo disco non vuole dare lezioni, ma mostrare il caos e la ricostruzione che arrivano dopo aver toccato il fondo», racconta.

La salute mentale e la fragilità condivisa

Tiziano Ferro affronta anche il tema della salute mentale, che aveva già toccato nel precedente album. Stavolta lo fa con “1-2-3”, dove parla dei suoi attacchi di panico.
«Mi fa rabbia che oggi si parli di salute mentale solo perché va di moda. È diventata un argomento da social. Ma pochi affrontano davvero quanto siano cambiate le cure.

Mia nonna veniva sedata con l’En solo perché era una donna con opinioni, quindi ritenuta pazza. Io, invece, oggi ho gli strumenti per capire a che punto sono della mia mente, e questo lo devo condividere», spiega con tono diretto.

Nel suo racconto si mescolano fragilità e forza, terapia e scrittura, dolore e guarigione. Il nuovo album, dice, nasce proprio da quel confine sottile in cui le ferite diventano parole.

Un ritorno musicale tra passato e nuove sonorità

Dal punto di vista musicale, “Sono un grande” riprende le sonorità urban e r&b degli esordi, ma con una produzione più contemporanea. «C’è una sola ballad, ma anche i brani più ritmati hanno un peso emotivo forte», spiega Ferro.

Una scelta che richiama il suo stile originario ma con uno sguardo maturo, più essenziale, meno costruito. Il nuovo tour, in partenza a maggio 2026 con dodici date negli stadi italiani, sarà la prova della sua rinascita artistica.

Per Tiziano, la musica resta l’unico modo per raccontare la verità: «Scrivo per capire, non per piacere. Non so se sono felice, ma almeno sono sincero».