Da quando ripeto questo gesto in inverno, i miei termosifoni scaldano meglio e spendo meno

Un termosifone tiepido o uno che gorgoglia è un dettaglio domestico che molti notano solo quando il freddo entra in casa. Dietro quel fastidioso rumore e quel calore che non arriva c’è spesso qualcosa di banale ma concreto: bolle d’aria intrappolate nell’impianto. Lo raccontano i tecnici del settore e lo sperimentano famiglie in molte città italiane: il risultato è lo stesso, il sistema fatica, consuma di più e restituisce meno calore.

Perché i radiatori restano freddi e fanno rumore

Il primo elemento da considerare è la presenza di aria nel circuito dell’acqua calda. Quando l’aria si accumula dentro i tubi o dentro i radiatori, ostacola la circolazione e crea zone fredde: l’acqua non riesce a raggiungere tutte le superfici e il calore non si diffonde in modo uniforme. Nel corso dell’anno, soprattutto nelle case con impianti più datati, è un fenomeno comune. Un dettaglio che molti sottovalutano è che anche piccole bolle possono causare rumori di gorgoglio o colpi d’ariete percepiti come vibrazioni o scrosci nelle tubature.

Questi rumori non sono solo fastidiosi: indicano che la macchina lavora male e quindi richiede più energia per mantenere la temperatura desiderata. Ne segue un aumento dei consumi e, in diverse abitazioni italiane, bollette più alte. I tecnici spiegano che la presenza di aria può accelerare problemi di usura: l’ossigeno facilita processi di ossidazione che, a lungo andare, favoriscono la corrosione dei componenti. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno, quando il sistema è sotto sforzo.

Identificare il problema è semplice: un termosifone freddo nella parte superiore o un rumore costante sono indizi chiari. La soluzione non richiede interventi invasivi: abbastanza spesso basta procedere con una corretta operazione di purga per ripristinare la circolazione e ridurre i disturbi.

Da quando ripeto questo gesto in inverno, i miei termosifoni scaldano meglio e spendo meno
Da quando ripeto questo gesto in inverno, i miei termosifoni scaldano meglio e spendo meno – irispress.it

Come purgare e cosa controllare dopo: passi pratici

Purgare un radiatore è un’operazione alla portata di molti e richiede pochi strumenti: un contenitore, un panno e, se serve, una chiave per la valvola. Prima di tutto spegni la caldaia o metti l’impianto in modalità standby: questo evita che la pompa spinga aria o acqua mentre lavori. Posiziona il contenitore sotto la valvola di sfiato e aprila lentamente; sentirai uscire prima aria e poi un flusso d’acqua. Chiudi la valvola nel momento in cui il getto risulta regolare e privo di bolle.

Dopo la purga, è fondamentale controllare la pressione dell’impianto. Molti impianti domestici funzionano correttamente con una pressione che si aggira solitamente tra 1 e 1.5 bar. Se la pressione è troppo bassa, la circolazione può risultare insufficiente: in questo caso aggiungi acqua seguendo le istruzioni del produttore della caldaia o chiedi l’intervento del tecnico. Un dettaglio che molti sottovalutano è verificare la pressione ogni volta che si aggiusta un radiatore: è una piccola precauzione che evita guasti a catena.

I vantaggi sono immediati e concreti: miglior efficienza dei termosifoni, minori rumori e un tangibile risparmio energetico nel corso della stagione. Riducendo l’aria nell’impianto si limita anche il rischio di corrosione, prolungando la vita dei componenti. Per chi vive in appartamenti o case italiane con impianti tradizionali, ripetere questa operazione ogni anno è una buona pratica: non richiede competenze tecniche particolari e, oltre a migliorare il comfort, aiuta a tenere sotto controllo i consumi. In molte case, dopo la prima purga della stagione, la differenza nel calore percepito e nel rumore dell’impianto è subito evidente, un piccolo intervento che cambia la routine domestica.