I borghi italiani dove innamorarsi di nuovo: scenari da baciare al tramonto

Le destinazioni dove la meraviglia è una cosa semplice, tra vicoli di pietra e avventure a misura di famiglia

L’Italia non smette mai di stupire. Sembrano infinite le città d’arte che fanno da calamita ai turisti, ma al di fuori dei percorsi affollati esiste una costellazione di borghi segreti dove tutto cambia ritmo. La vita scorre lenta, le tradizioni resistono come un racconto tramandato a voce, la natura domina lo sguardo e il tempo sembra più generoso.

Sono destinazioni perfette per una famiglia che vuole vivere un weekend diverso, insegnare ai bambini quanto sia bello perdersi tra vicoli stretti, respirare l’aria buona e assaggiare piatti preparati come si faceva una volta. Ogni borgo ha una leggenda, un sapore, un ricordo pronto ad attecchire nella mente dei piccoli viaggiatori. Perché i più piccoli guardano le cose senza fretta e senza filtro, e questi luoghi, lontani dal rumore delle grandi città, gli somigliano.

Basta un ponte sospeso, un mulino d’acqua, una roccia che sembra una mano gigante per accendere la curiosità. E la fotografia migliore molto spesso torna a casa stampata negli occhi.

Civita di Bagnoregio e Santo Stefano di Sessanio, dove la storia si tocca con mano e la magia è dietro l’angolo

Nel Lazio, in mezzo alle colline della Tuscia, appare Civita di Bagnoregio, la famosa città che muore. Il soprannome fa tremare un po’, già, ma racconta l’essenza di questo posto unico al mondo. Il borgo si trova sopra una collina di tufo che si sgretola lentamente e per raggiungerlo si attraversa un lungo ponte sospeso sul vuoto. È un’avventura che conquista i bambini, che si sentono esploratori di un mondo nascosto. Niente auto, solo viottoli medievali e case in pietra che sembrano quinte di un film storico.

Nei ristoranti si gustano i pici al tartufo e l’olio DOP della Tuscia, mentre si ascoltano storie su film girati da queste parti, come “Pinocchio” di Matteo Garrone. Nel periodo giusto può capitare di assistere al Palio della Tonna, una corsa con gli asini che strappa risate a grandi e piccoli. Chi sceglie di dormire qui vive un’esperienza sospesa nel silenzio, con camere che si affacciano sui calanchi: una fotografia viva anche dopo la vacanza.

Abruzzo
Gran Sasso e parco naturale-irispress.it

Dall’altra parte dell’Appennino, nel cuore dell’Abruzzo, sorge Santo Stefano di Sessanio, borgo di pietra a 1.250 metri nel Parco del Gran Sasso. Passeggiare fra le sue stradine significa entrare in un paesaggio fiabesco, dove il Medioevo è rimasto intatto nelle mura e nelle botteghe artigiane. I bambini possono correre nei vicoli, guardare le case tutte simili e cercare la storia più bella da portare via. Qui tutto profuma di montagna: lenticchie presidio Slow Food, pecorino che sa di pascoli veri, miele raccolto da api che conoscono il vento delle vette.

Le famiglie trovano un’accoglienza speciale grazie agli alberghi diffusi, antiche abitazioni trasformate in piccole camere accoglienti. La vista dalla Torre Medicea offre l’inquadratura perfetta per una foto ricordo che parla di natura e libertà. E quando cala la sera, il silenzio fa parte del viaggio, un dono raro da regalare ai bambini abituati al caos.

Viganella, Pentadattilo e Borghetto sul Mincio, i borghi che raccontano invenzioni, misteri e storie d’acqua

In Piemonte, vicino al confine con la Svizzera, c’è Viganella, un posto che ha trovato un modo sorprendente per accendere il sole anche quando non c’è. Durante l’inverno, il borgo resta all’ombra per settimane, nascosto dalle montagne che lo proteggono. Per questo nel 2006 un enorme specchio computerizzato è stato installato per riflettere la luce nella piazza del paese.

Un’idea semplice ma geniale, che i bambini guardano a bocca aperta. È un borgo dove la creatività diventa realtà, dove il freddo non frena la vita e dove la Festa della Luce illumina l’inverno con mercatini e sorrisi. Qui la montagna è presenza costante, i piatti sono robusti e il contatto con la natura è immediato: una fuga diversa che lascia il segno.

Più a sud, in Calabria, si scopre Pentadattilo, borgo scavato nella roccia che sembra una mano gigante con cinque dita. Una vista che da sola vale il viaggio, soprattutto se ai bambini piace la sensazione di stare in una storia piena di mistero. Tra vie deserte e case riaperte da artisti coraggiosi, si respira una bellezza ruvida, che non cerca effetti speciali. Qui si raccontano leggende un po’ oscure, che affascinano senza spaventare troppo, e si organizzano festival culturali dove musica e racconti animano un luogo che sembrava addormentato per sempre.

Spostandosi nel Veneto, vicino al Lago di Garda, c’è Borghetto sul Mincio, un borgo che somiglia a una cartolina romantica. I mulini ad acqua, i ponti di legno che si specchiano nel fiume, le case colorate e profumate di fiori creano uno scenario perfetto per camminare con i bambini e scattare foto che sembrano una fiaba. I ristoranti servono tortelli di zucca e risotti che raccontano il territorio. Qui il tempo non corre, si lascia guardare, creando una giornata da ricordare. Negli occhi dei più piccoli rimane l’idea di un posto dove l’acqua è un gioco e la storia è un’avventura a cielo aperto.

Ogni famiglia porta a casa un ricordo diverso da questi luoghi: una pietra raccolta per caso, un piatto più buono del previsto, un racconto ascoltato in piazza. Ma la cosa che resta davvero è la meraviglia, quella che i bambini riconoscono subito e gli adulti ritrovano, per fortuna, ogni tanto.