Le opposizioni criticano la manovra per l’aumento dell’IVA agevolata e i tagli ai fondi sanitari
La legge di bilancio 2026 è ufficialmente arrivata in Parlamento e ha subito acceso il dibattito politico. Il Governo la presenta come una manovra “responsabile e necessaria per la stabilità dei conti pubblici”, ma sindacati e opposizioni parlano di un piano “punitivo” che riduce le tutele sociali e il potere d’acquisto. Il testo, da 28 miliardi di euro, punta a ridurre il deficit e rispettare i nuovi vincoli europei, ma introduce una serie di tagli che dividono l’opinione pubblica.
Le novità fiscali e i tagli ai bonus
Tra le principali misure c’è la riforma delle aliquote IRPEF: l’aliquota al 23% viene estesa fino ai redditi di 30mila euro, ma si riducono detrazioni e bonus per le fasce medio-alte. Confermato il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, anche se solo fino a giugno 2026. Sospesi o ridotti alcuni incentivi edilizi, tra cui Superbonus e bonus mobili. Il Governo difende la linea dei risparmi, spiegando che “ogni euro risparmiato sarà reinvestito in crescita e innovazione”.
Le reazioni di politica e imprese
Le opposizioni accusano l’esecutivo di “colpire i più deboli e premiare le imprese”. “Tagliare i bonus significa fermare il settore edilizio e ridurre l’occupazione”, ha dichiarato la segretaria della Cgil, Susanna Camusso. Dall’altra parte, Confindustria e Confcommercio plaudono agli incentivi per la digitalizzazione e la transizione green, ma chiedono “stabilità normativa e chiarezza fiscale”.
Gli effetti attesi e i prossimi passi
Secondo le stime di ISTAT e Banca d’Italia, il risparmio medio per una famiglia con reddito medio-basso sarà di circa 400 euro annui, ma le minori agevolazioni rischiano di neutralizzare il vantaggio. Il Governo prevede di introdurre a marzo un decreto correttivo per monitorare gli effetti sociali.