Alla cassa di un bar cittadino, sempre più lavoratori si accorgono che il valore del buono pasto non è più sufficiente per coprire un pranzo fuori.
Nel testo della bozza della Legge di Bilancio 2026 c’è una modifica che interessa direttamente questa platea: l’innalzamento della soglia di esenzione fiscale per i buoni pasto elettronici. La misura, ora sul tavolo per la discussione parlamentare, punta a tradurre in numeri un aiuto concreto al potere d’acquisto, stretto dalla pressione dei prezzi negli ultimi anni. Un dettaglio che molti sottovalutano: il cambiamento riguarda solo il formato elettronico, non i ticket cartacei.
Cosa prevede la novità e come si applica
La modifica introdotta nella bozza innalza la soglia esentasse dei buoni pasto elettronici da 8 a 10 euro al giorno. Il meccanismo fiscale resta lo stesso: fino al limite previsto il valore del buono non concorre alla formazione del reddito e non è soggetto a imposte né contributi, purché venga erogato alla generalità o a categorie omogenee di dipendenti. Per i buoni cartacei, invece, la soglia rimane a 4 euro giornalieri; ogni importo eccedente viene considerato reddito da lavoro dipendente e quindi tassato.

I tecnici sottolineano che l’adeguamento risponde al fatto che il costo medio di un pasto fuori casa è aumentato in modo significativo, rendendo la vecchia soglia insufficiente. Un aspetto che sfugge a chi vive in città: per molti, la differenza di pochi euro alla pausa pranzo pesa ogni mese sul bilancio familiare. Facciamo un esempio pratico: un lavoratore che riceve buoni per circa 22 giorni al mese vede il tetto annuo esentasse salire, traducendosi in un beneficio potenziale rilevante per il reddito disponibile.
Impatto per lavoratori e imprese: effetti concreti
Dal punto di vista dei lavoratori, l’incremento della soglia si traduce in un miglioramento del potere d’acquisto senza aumento della tassazione sul salario. Per chi riceve il ticket, il maggior importo esentasse riduce la necessità di integrazioni in busta paga per coprire la spesa quotidiana. Per le imprese la modifica non introduce obblighi nuovi, ma può spingere alcune a preferire la modalità elettronica per allinearsi al nuovo tetto e semplificare la gestione amministrativa. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la maggiore rilevanza del pasto al lavoro, quando la frequenza della pausa pranzo cresce; la soglia aggiornata risponde anche a questa dinamica stagionale. Restano questioni pratiche: come verrà recepita la norma dalle circolari ministeriali e quale tempistica operativa seguiranno gli operatori dei ticket elettronici. Nel complesso, la misura è pensata come un intervento mirato della Legge di Bilancio 2026 a favore dei lavoratori, con un effetto immediato sul quotidiano e una conseguenza concreta sulla capacità di spesa familiare.